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Lo sapevate che la prima volta che a Napoli viene attestata la parola Pizza è nel 1535 ad opera del grammatico Benedetto Di Falco che nel suo rimario in corrispondenza della parola focaccia scrive “in napoletano è detta pizza”.
 
L’arte della pizza a quest’epoca non era ancora affidata a quello che ni conosciamo come pizzaiolo ma al fornaio.
 
Nel 1585 lo Tommaso Garzoni scrive “Et al mestiere del fornaio s’appartengono il pane, le fugazze, le pizze, le torte e le ciambelle”.
Certo è che il nome pizza deriva dal greco Piézo (πίεζο) e dal latino Pinso. In entrambi i casi la parola significa “schiacciare”, “ammaccare”.
 
Ecco perché noi ammaccàmm ….e ammaccatavill!!!!
Lo sapevi che
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La Mozzarella di Bufala


La Mozzarella di Bufala
La presenza del bufalo in Europa è testimoniata già in epoca Pleistocenica.
Poi con il cambiamento climatico questi animali si spostarono verso l'india e l'asia scomparendo dal nostro continente.
Salvo qualche testimonianza frammentaria e non ben chiara che li vorrebbe presenti nel beneventano già intorno al VI secolo dopo Cristo, il Bufalo riappare sulla nostra penisola intorno  all'anno 1000 con l'arrivo dei normanni e degli arabi che lo introducono.
Qui per la sua rusticità e la sua capacità di adattabilità, soprattutto in aree malsane e paludose, trova sempre un più diffuso impiego.
La piana del Sele, a sud di Salerno, diviene ben presto il primo luogo dove l'allevamento del Bufalo ha un suo interessante sviluppo.
Uno dei primi documenti che testimonia l'esistenza della mozzarella di bufala, peraltro come prodotto già noto,  è del 1294 e testimonia l'invio dalla tenuta reale di Santa Felicita nel foggiano a Napoli.
Già di qualche decennio prima altro documento che riporta l'usanza dei monaci del Monastero di San Lorenzo in Capua di offrire ai componenti del capitolo, in occasione della ricorrenza del Santo Patrono, una "probatura" o "mozza" e un pezzo di pane.
La commercializzazione del prodotto inizia già nel XIV secolo con l'invio soprattutto di provole e ricotte affumicate.
L'affumicatura consentiva una vita più lunga al prodotto.
Certo è che l'allevamento e la produzione di mozzarella di bufala ha una rapida espansione in tutte quelle aree caratterizzate da palude o agricoltura grama e povera e di questo ne reperiamo una bellissima testimonianza nei viaggi di Goethe e nel suo racconto della sua visita ai templi di Paestum nel 1786.
Oggi il prodotto è tutelato da una DOP alla quale aderiscono moltissimi allevatori e produttori e che con il suo marchio “Mozzarella di Bufala Campana DOP” tutela il consumatore da potenziali frodi attraverso oltre 200 controlli annui da parte di vari enti di controllo.
La mozzarella di bufala campana DOP è il 5° prodotto per fatturato alla produzione e il 1° per fatturato alla vendita. Noi di Ammaccàmm adoperiamo solo il prodotto DOP.

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